da Maineri Bruno | Dic 23, 2016 | Regolamentazione e norme
Consiglio dei Ministri n. 5
23 Dicembre 2016
Il Consiglio dei ministri si è riunito giovedì 22 dicembre 2016, alle ore 23.35 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Segretario la Sottosegretaria alla Presidenza Maria Elena Boschi.
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MISURE URGENTI PER LA TUTELA DEL RISPARMIO
Il Governo ha approntato strumenti giuridici e finanziari propedeutici a interventi finalizzati a tutelare il risparmio, grazie ai quali potrà intervenire sulla liquidità e il patrimonio delle banche.
Interventi per garantire la liquidità
In primo luogo il Governo potrà rafforzare la capacità di una banca di approvvigionarsi di liquidità. Il Tesoro potrà rilasciare alle banche che lo chiedono una garanzia su nuove obbligazioni da emettere, a fronte del pagamento di una commissione. Grazie alla garanzia pubblica, le obbligazioni emesse dalle banche presenteranno per il sottoscrittore il grado di rischio dello Stato e non quello della banca emittente. In questo modo le banche potranno avere accesso al mercato anche se sottoposte a tensioni e reperire le risorse finanziarie di cui avessero bisogno a condizioni analoghe a quelle dello Stato italiano. L’accesso alla liquidità potrà essere assicurato anche attraverso un altro tipo di garanzia statale, sui finanziamenti di emergenza che la Banca d’Italia erogasse per fare fronte alla crisi di liquidità di una banca (cosiddetta ELA – Emergency Liquidity Assistance). Le condizioni di rilascio delle garanzie sono state concordate preventivamente con la Commissione europea.
Per entrambe le forme di garanzia è richiesto che la banca rispetti i requisiti patrimoniali prescritti e che non abbia evidenziato carenze patrimoniali nell’ambito di una prova di stress. Nei casi in cui queste condizioni non siano rispettate, la garanzia può essere rilasciata previa decisione positiva da parte della Commissione europea sulla compatibilità con il quadro normativo sugli aiuti di Stato.
Interventi per rafforzare il patrimonio
La seconda dimensione d’intervento per la tutela del risparmio concerne il capitale. Le banche che solo nello scenario avverso di una prova di stress presentino una carenza patrimoniale possono chiedere una ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato. Per beneficiare dell’intervento pubblico la banca sarà tenuta a preparare un programma di rafforzamento patrimoniale da sottoporre all’approvazione della Banca Centrale Europea. La misura di ricapitalizzazione precauzionale permetterà di portare avanti il progetto di ristrutturazione e messa in sicurezza della banca che lo richiede.
In conformità al quadro normativo europeo sulla gestione delle crisi e sugli aiuti di Stato, l’intervento di ricapitalizzazione precauzionale non comporta in questo caso l’avvio di una procedura di risoluzione, né l’applicazione delle disposizioni sul cosiddetto bail-in (ovvero la ricostituzione del patrimonio anche attraverso l’azzeramento dei crediti di alcune specifiche categorie). L’intervento pubblico comporta la conversione delle obbligazioni subordinate in azioni della banca.
Le condizioni della conversione delle obbligazioni subordinate in azioni sono determinate con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, su proposta della Banca d’Italia, da pubblicare in Gazzetta Ufficiale. Nel caso della Banca Monte dei Paschi di Siena le condizioni sono determinate nel decreto legge:
– la conversione delle obbligazioni Tier 1 – sottoscritte per lo più da clientela istituzionale – avverrà a un valore corrispondente al 75 percento del valore nominale;
– la conversione delle obbligazioni Tier 2 – sottoscritte per lo più da clientela retail – avverrà a un valore corrispondente al 100 percento del valore nominale.
Lo schema di tutela dei risparmiatori
Il decreto legge contempla la possibilità che la banca interessata da una ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato, che comporta la conversione delle obbligazioni subordinate in azioni, offra obbligazioni non subordinate in cambio delle azioni frutto della conversione. Il Tesoro può acquistare tali azioni.
Al termine della procedura di compensazione orientata a tutelare i risparmiatori, coloro che inizialmente detengono obbligazioni subordinate si troverebbero quindi a possedere obbligazioni non subordinate.
Lo schema di compensazione in sintesi:
1. La banca propone di scambiare le azioni frutto della conversione delle obbligazioni subordinate con obbligazioni non subordinate di nuova emissione.
2. Il Tesoro acquista le azioni scambiate con le obbligazioni non subordinate di nuova emissione.
Il riacquisto delle azioni frutto della conversione dalle obbligazioni subordinate ha lo scopo di prevenire liti giudiziarie connesse alla commercializzazione delle obbligazioni stesse.
Il fondo per gli interventi
Il decreto legge dispone la creazione di un fondo con una dotazione di 20 miliardi di euro, al quale il Governo potrà attingere per i singoli interventi sul capitale e sulla liquidità.
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Il Consiglio dei ministri è terminato venerdì 23 dicembre 2016 alle ore 0.38.
da Maineri Bruno | Nov 30, 2016 | Regolamentazione e norme, Banca Centrale Europea, Requisiti onorabilità
Prefazione
L’organo di amministrazione di un ente creditizio deve essere idoneo ad assolvere le proprie responsabilità ed essere composto in modo tale da contribuire alla amministrazione efficace dell’ente e a un processo decisionale equilibrato. Questi aspetti non hanno un impatto solo sulla stabilità e sulla solidità dello stesso ente, ma anche sul settore bancario in generale, poiché rafforzano la fiducia dei cittadini in coloro che gestiscono il settore finanziario dell’area dell’euro. Dal 4 novembre 2014 la Banca centrale europea (BCE) è competente per le decisioni in materia di verifica dell’idoneità di tutti i membri degli organi di amministrazione degli enti creditizi significativi sottoposti alla sua vigilanza diretta. La Guida alla vigilanza bancaria, pubblicata dalla BCE nel novembre 2014, accenna brevemente alla valutazione di idoneità. La finalità del presente progetto di guida è spiegare in maggior dettaglio le politiche, le prassi e i processi applicati dalla BCE nella valutazione dell’idoneità dei componenti degli organi di amministrazione degli enti creditizi significativi. Le politiche, le prassi e i processi descritti in questa sede potrebbero necessitare di adeguamenti con il passare del tempo. Il progetto di guida è concepito come uno strumento pratico che sarà regolarmente aggiornato per tenere conto delle nuove esperienze acquisite sul campo. Il progetto è teso ad armonizzare l’attuazione dei criteri di valutazione applicabili alle verifiche dei requisiti di professionalità e onorabilità, al fine di pervenire a prassi di vigilanza comuni. Non costituisce, tuttavia, un documento giuridicamente vincolante e non può in alcun modo sostituire i requisiti normativi derivanti dal diritto dell’Unione europea (UE) applicabile o dalla legislazione nazionale vigente. Il principale obiettivo della consultazione è raccogliere e presentare osservazioni sulle politiche e sulle prassi sviluppate dalla BCE e descritte perlopiù nei capitoli 5 e 6 del progetto di guida.
Testo del Documento
da Maineri Bruno | Nov 10, 2016 | Regolamentazione e norme
Il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame definitivo, il testo di un Decreto Legislativo di adeguamento della normativa nazionale al Regolamento (UE) 1024/2013, che attribuisce alla Banca Centrale Europea compiti specifici in merito alle politiche in materia di vigilanza prudenziale degli enti creditizi (Single Supervisory Mechanism o SSM).
Il Decreto, apportando significative modifiche al Testo Unico Bancario, reca norme in materia di:
- autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria;
- revoca dell’autorizzazione bancaria;
- autorizzazione all’acquisto di partecipazioni qualificate nel capitale delle banche;
- amministrazione straordinaria degli enti creditizi;
- disciplina sanzionatoria; e
- ripartizione delle competenze fra Banca Centrale Europea e Banca d’Italia.
Consiglio dei Ministri, 9 novembre 2016, n. 140
Autore : Alessandro DE NICOLA
da Maineri Bruno | Ott 24, 2016 | Regolamentazione e norme
The Basel Committee on Banking Supervision (BCBS) has released two papers (a consultative document and a discussion paper) on how accounting provisions under IFRS 9 interact with Basel III.
What is IFRS 9?
IFRS 9 determines how firms should classify and measure financial assets and liabilities for accounting purposes. Crucially, the rules mark a fundamental shift in accounting credit impairment rules.
The standard, which officially takes effect in January 2018, requires firms to recognise impairment sooner and estimate lifetime expected credit loss (ECL) for a wider spectrum of assets. According to a recent Deloitte survey, four-fifths of EU banks expect their stock of impairment to rise under IFRS 9.
What has the BCBS said about IFRS 9?
Two consultation papers have been published in relation to implementing ECL under IFRS9:
- A discussion paper setting out long-term policy options for moving to ECL provisioning and
- A consultative document proposing a transitional period in which banks can continue to use the current approach to provisioning for regulatory capital calculations.
Why might impairments rise under IFRS 9?
We anticipate three main drivers of higher impairment:
- Banks raising accounting impairments for lifetime ECL on exposures that have had significant increase in credit risk but not yet incurred a loss.
- IFRS 9 requires banks to recognise in their impairments the tendency of customers to draw down on undrawn credit lines as credit quality deteriorates.
- Banks are expected to develop probability-weighted ECL estimates against a range of macroeconomic scenarios. This may result in an increase in impairment, depending on the scenarios and prevailing economic conditions.
The Day 1 and ongoing financial impact will be largely dependent on the bank’s risk profile, regulatory permissions and accounting policies.
What is the impact of provisions on regulatory capital?
The current regulatory treatment of General and Specific Provisions depends on whether a bank uses the Standardised approach or Internal Ratings Based (IRB) approach for calculating regulatory capital.
Standardised approach: Exposures are measured net of specific provisions and gross of general provisions for calculating capital requirements. Further, Banks are permitted to include general provisions in Tier 2 capital up to a limit of 1.25% of credit risk weighted assets (RWAs). Specific provisions do not qualify for inclusion in Tier 2 capital.
IRB approaches: All exposures are measured gross of specific provisions and partial write-offs. The Basel II framework defines “total eligible provisions” under the IRB approaches as the sum of all provisions (e.g. specific provisions, partial write-offs and portfolio-specific general provisions such as country risk provisions or general provisions) that are attributed to exposures treated under the IRB approaches including any discounts on defaulted assets.
Under the IRB approaches, any shortfall between total eligible provisions and regulatory expected loss (EL) is deducted from Common Equity Tier 1 (CET1) capital, whereas any excess is added to Tier 2 capital, up to a limit of 0.6% of credit RWAs calculated under the IRB approach.
Under IFRS 9, a rise in impairment depletes the capital adequacy of banks that use the Standardised approach to credit risk, as the 1:1 reduction in capital arising from increased impairments is not offset by reduced RWAs. The result is less clear-cut for IRB banks, reflecting the more complex relationship between impairment and the outcomes of the IRB capital formula. A further complication for IRB banks will arise from the implementation of capital floors based on Standardised RWAs, as IFRS 9 is a further factor in the assessment of whether or not the floor will be binding.
These impacts could be particularly marked in a stress, which could result in banks requiring additional capital to cover potential downturn impacts.
The BCBS’s papers: regulatory treatment of provisions and transitional arrangements
Regulatory treatment of provisions: This discussion paper is positioned as the start of a discussion process with the industry, proposing changes to the Standardised and potentially IRB approaches to credit risk. This means the much-craved period of stability of banks’ capital treatment will be further delayed.
Possible options for treatment of provisions under regulatory capital are set out in the paper:
- Retain the current treatment permanently, to accommodate difference in accounting practices across jurisdictions
- Introduce a universal and binding definition of General and Specific Provisions to reduce unjustified variation in regulatory practices
- Remove the distinction between General and Specific Provisions and introduce EL (and capital deduction of excess EL) into the Standardised approach framework.
Option 3 above is set out in significantly more detail than the other two options, with detailed tables of possible EL rates and indicative examples of how the calculation would work; this may indicate the BCBS has a preference for this approach.
The potential implications (aside from the effect of IFRS 9 on the value of provisions held) that Standardised banks should consider include:
- The need for additional data and calculation capabilities to bring EL into the regulatory capital calculation process;
- Possible capital reductions resulting from the EL:provisions shortfall deduction, particularly if the BCBS does not recalibrate Standardised risk weights – which it notes in the paper may be necessary; and
- New reporting requirements under Pillar 3, as the EL and ECL numbers will likely become part of Pillar 3 once implemented.
Transitional arrangements: This consultation paper sets out a number of reasons identified by the Basel Committee to introduce transitional arrangements for the impact of ECL accounting on regulatory capital. These include:
- The impact could be significantly more material than currently expected, resulting in an unexpected decline in capital ratios;
- The Committee has not yet reached a conclusion on the permanent interaction between ECL accounting and the prudential regime; and
- The two-year gap between the effective dates of the ECL accounting standards under IFRS 9 and the US GAAP equivalent, Current Expected Credit Loss (CECL).
The Consultative document suggests three transitional options:
- Day 1 CET1 impact on capital could be spread over a number of years – this option could be subject to a materiality threshold;
- CET1 capital adjustment linked to Day 1 proportionate increase in impairment, which would remain fixed throughout the transition period; and
- Phased prudential recognition of IFRS 9 Stage 1 and 2 impairment, spreading recognition of Stage 1 and 2 impairments in CET 1 capital over a period (the document uses 4 years) to avoid a ‘cliff effect’ on implementation.
How is Deloitte making an impact in this area?
Deloitte is supporting a wide range of clients with their IFRS 9 transition. Given the effect of increased impairments on capital ratios for banks, the regulatory capital impact is inevitably a key area of focus in the current environment with stress testing an additional early area of focus.
This post was written by Deloitte’s EMEA Centre for Regulatory Strategy and first published on the Deloitte Financial Services UK blog.
Cornelia Herzog, Partner, Financial Services
Cornelia is a partner at Deloitte in Zurich and has working experience in the financial service industry for more than 14 years. She provides assurance and advisory services for banks and asset management clients. Her area of expertise lies in the Swiss regulatory environment, Swiss and International (IFRS) accounting framework and the control framework.
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Ralph Odermatt, Director, Financial Services
Ralph has more than 30 years of experience in the banking industry and worked for two major global banks where he held several senior positions representing the banks in various international and Swiss industry, regulatory and accounting standard setting committees.
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